Dalle città

“Anonymous for the Voiceless”: Alice Tidona, animalista ragusana, tra rispetto e ricotta “Veg”

Ci sono messaggi che, per passare, li devi fare vedere. Perché ci sono decine di input che ogni giorno ci bombardano l’attenzione, con il solo risultato di rimbalzarci addosso non lasciando praticamente alcun segno. Per questo motivo c’è chi, ancora, cerca di dirlo con un gesto. O una azione corale, in questo caso. Sono gli attivisti di “Anonymous for the Voiceless”, che sono usciti dal tamtam della rete e sono stati a Ragusa per manifestare contro lo sfruttamento animale sabato 16 marzo con il loro “Cubo della Verità”.
Spieghiamolo meglio: il Cubo è una manifestazione statica e pacifica simile ad una performance artistica, in cui i volontari si dispongono a formare un perimetro quadrato tenendo in mano un qualsiasi dispositivo mobile abbastanza grande da far vedere con occhio vivo ciò che li porta a fare a meno per la vita di un piatto di carne (o anche solo di un bicchiere di latte). C’è chi li definisce integralisti, chi addirittura fissati.
Ma senza trecce alla Greta Thunberg e con su una maschera questi ragazzi provano a dire che ripudiare uno dei capisaldi della dieta – mediterranea e non – va ben oltre la moda del momento. Parola di Alice Tidona, vegana fino all’osso e responsabile del movimento dei Senzavoce per Ragusa.

Alice, non ci giro attorno: perché sei vegana?

Perché sono vegana. Presto detto, sto bene come non mai e sono in pace col mondo in cui vivo. Non entro nel merito dei benefici per la salute e anche dei risultati a livello estetico della mia scelta radicale. Ma che dire, non sono mai stata serena, felice e soddisfatta come adesso.

Vivi a Ragusa, terra di cibo buono, conosciuto in tutto il mondo. Da questo angolo di Sicilia si esportano anche i biscotti a base di carne (Mpanatigghi modicani, ndr) non so se mi spiego.

Sicuramente tutti sono legati al sapore della tradizione, a ciò che ci rappresenta. Ma basta dare una occhiata a un qualsiasi video che mostra cosa devono subire, per fare un esempio, gli animali negli allevamenti intensivi e ti si chiude lo stomaco. Letteralmente. Non voglio fare terrorismo psicologico ma, in tutta sincerità, rinunciare a un boccone non mi pesa poi così tanto se il prezzo per il gusto deve essere la crudeltà.

Un vegano non mangia nemmeno i derivati dei latticini. E qui mi ripeto: Ragusa, patria di latte e derivati.

Io ho inventato anche la mia personale ricotta vegana. La faccio col latte vegetale e, sinceramente, ci provo piacere tanto quanto. Lo ribadisco: la coerenza in questa volontà di fondo è necessità. Difficile, ma consapevole e intima necessità.

Un motivo per essere attivista per i diritti degli animali.

Bisogna essere la voce di chi non ce l’ha. E voglio, vogliamo, far aprire gli occhi a quelle persone che non sanno cosa c’è dietro alla realtà di queste creature, realtà che spesso ci viene occultata dalle multinazionali.

Un motivo, uno solo, per diventare vegano.

Lo stress, passa, del tutto. Ti liberi di quelle tossine negative che ti soffocano la quotidianità.
[E se ti passa l’ansia…]

Qui l’articolo sulla manifestazione  “Anonymous for the Voiceless” iblea con i link per conoscere la realtà ragusana.