Hai un annetto libero e non sai come poterlo occupare? Ti do io una possibile soluzione! Prendi moto e viveri e si parte. Semplice, no? O almeno così ha fatto Henry Crew, 22 anni, del sud dell’Inghilterra. Una vera passione per le moto, per l’esplorazione e la volontà di fare, nel proprio piccolo, la differenza.
Il mondo è pieno di record da rompere e migliorare, lui ne ha scelto uno in particolare: percorrere quasi 40000 km, toccando determinate località, in sella alla sua moto in un anno. Pensa che questo record reggeva da ben 24 anni.
Partito il 3 Aprile 2018 su una italianissima Ducati Scrambler, Henry ha attraversato 35 Paesi e sei continenti entrando di diritto del guinness world record e nel mito. Impresa frutto di assoluto coraggio, una perfetta pianificazione delle tappe e gestione del mezzo. Nonché di una preparazione fisica che ha permesso al ragazzo di restare in sella nonostante l’aver perso circa un terzo del suo peso corporeo ed aver resistito alle sfide del meteo, come il caldo desertico o il ghiaccio artico.
Dicevamo, fare la differenza. In questo Henry è riuscito perfettamente poiché lo scopo del suo viaggio è stato raccogliere fondi per la “Movember Foundation”, che si occupa a livello globale di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro all’apparato riproduttore maschile e organizza campagne di prevenzione per il rapido riconoscimento di tali patologie.
Ma Henry non è stato mai completamente solo. La moto è una passione che tocca l’intero pianeta e la fame di scoprire il mondo in sella al proprio mezzo vive dentro molte persone. Per questo ad ogni tappa si sono venute a creare delle vere e proprie scorte, pronte a prendere per mano il ragazzo e accompagnarlo verso l’orizzonte successivo (o alla stazione di servizio più vicina, anche la benzina è importante!)
Chiudendo questo cerchio e rientrando trionfante a Londra, Henry ha dichiarato che “non si aspettava tutto questo entusiasmo intorno a lui e tutta questa gente sconosciuta pronta ad aiutarlo. Tutto ciò ha fatto rivivere la mia fede nell’umanità.”