Solidarietà & Sociale

Se gli anziani insegnano a coltivare la terra ai giovani disabili: una “felice” sperimentazione

Come si può trasmettere l’esperienza degli anziani ai giovani disabili, attraverso un’azienda agricola in cui c’è chi insegna e c’è chi impara, per sviluppare insieme un rapporto di vicinanza e di affetto familiare che va oltre il classico “legame di sangue”. Questa è l’esperienza che la comunità di Castelnuovo Berardenga, paese che si trova nella zona di Siena, sta costruendo giorno dopo giorno da qualche anno e che sta dando ottimi risultati.

L’articolo che contiene la storia di questa felice sperimentazione, è stato pubblicato di recente da Positizie.it, il Portale delle buone notizie. L’azienda agricola “San Felice” è di proprietà del gruppo Allianz in cui la fondazione Allianz UmanaMente, ha finanziato il progetto “Orto Felice” e adesso anche quello di “Aia Felice”.

Mario Cuccia, presidente dell’azienda agricola, ha raccontato che il progetto è nato da un’idea molto semplice, fare insegnare dagli anziani del paese come si lavora nell’orto e con gli animali, ad un gruppo di ragazzi con la Sindrome di Down e autismo. Per riuscire nell’intento i responsabili del progetto, hanno girato i bar del paese e hanno chiesto agli anziani se volevano diventare maestri della terra, per insegnare ai ragazzi come si zappa, come si innaffia, come si coltivano le erbe aromatiche, le insalate e le altre verdure. Il gruppo di anziani ha deciso di aderire al progetto ed ha conosciuto i ragazzi che con il tempo sono diventati nipoti acquisiti. In questo modo è stato avviato un progetto di agricoltura sociale, dove tra chi insegna e chi apprende si è creato negli anni un rapporto unico, quello tra nonni e nipoti, anche in assenza di legami di sangue.

L’orto felice occupa 2500 metri quadri e comprende una nuova serra e il progetto “Aia Felice”, uno spazio in cui gli anziani guidano i ragazzi che si prendono cura ogni giorno di un pollaio di 40 galline ovaiole, e dove di recente sono arrivate anche le capre impiegate per la pet therapy.

Nel progetto sono state coinvolte diverse associazioni ed istituzioni del territorio. I prodotti dell’orto sono acquistati dal privato cittadino ma anche da due Chef che nel paese hanno due ristoranti. Oltre all’orto e al pollaio, i nonni e i ragazzi, preparano insieme marmellate e conserve che vengono poi vendute nei mercatini locali. La peculiarità di questo progetto è il coinvolgimento degli anziani, che in genere si sentono esclusi  e soli e quindi ritengono di non poter essere più utili, mentre in realtà sono una fonte inestimabile di conoscenza, capaci di trasmettere un patrimonio di esperienza e tradizione autentico e sostenibile. Attraverso il progetto “Orto Felice” si crea la possibilità di mettere insieme chi ha ancora tanto da dare con chi ha voglia di imparare, creando così l’opportunità per gli anziani di uscire di casa per insegnare un mestiere ai giovani in difficoltà.

Personalmente, ritengo che questo tipo di esperienza si può realizzare ovunque. Nel nostro territorio abbiamo una grande e antica tradizione che riguarda l’attività agricola e la produzione di prodotti alimentari artigianali. Basterebbe utilizzare una “masseria” tra le tante che sono nell’area iblea(sarebbe una sorta di “progetto pilota”), coinvolgendo gli anziani ancora in grado di essere utili e allargando questa tipologia di esperienza non solo ai ragazzi diversamente abili, ma ai giovani, che spesso per noia si distruggono la vita, imboccando tunnel senza uscita che portano alle dipendenze di varia natura che ben conosciamo. Sarebbe un modo anche per sviluppare delle occasioni che potrebbero trasformarsi in una vera e propria attività lavorativa, in tempi così difficili. Come sempre rivolgiamo un appello alle istituzioni delle nostre città, ad enti e associazioni pubbliche e private, ma anche ai singoli cittadini, che hanno voglia di spendersi per il bene comune.

Riguardo l'Autore

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Nata a Ragusa è giornalista, poeta e critico letterario. Ha scritto per il Giornale di Sicilia ed ha collaborato con varie riviste e periodici a livello nazionale. Ha pubblicato diversi volumi di poesia e curato le prefazioni di testi poetico- letterari per varie case editrici. Per oltre un decennio è stata direttore responsabile di Radio Kàris Ragusa.