Avete paura di ritrovarvi soli? Volete migliorare i vostri rapporti sociali? Avete amici da cui non volete separarvi mai? Beh, tutto questo – e tanto altro – è possibile grazie al Co-Housing. Si tratta di un modello abitativo che prevede un complesso di abitazioni private dove si condividono spazi comuni come lavanderia, cucine, sale giochi per i bambini, palestra. Di solito un progetto del genere comprende dalle 20 alle 40 famiglie che convivono come una comunità di vicinato e gestiscono gli spazi attigui in modo collettivo ottenendo, in questo modo, risparmi economici e benefici di natura ecologica e sociale. I primi modelli nacquero verso la fine degli anni 60 in Danimarca e Olanda, arrivando fino in Giappone ed in Australia.
Il co-housing non è però concepito solo per le esigenze particolari, ma per creare vere e proprie comunità di vicini di casa di tutte le età, che vivono in condivisione e armonia, creando una base di amicizia. Queste abitazioni, difatti, non prevedono apertamente strutture gerarchiche tra inquilini: sono tutti di pari livello, hanno origini e storie personali completamente diverse gli uni dagli altri e si uniscono tra loro senza principi ideologici alle spalle. E anche l’Italia si sta muovendo in tal senso.
Tra le prime realtà territoriali ad accettare il modello va menzionato il comune di Trento, che il 2 maggio 2016 ha approvato in Consiglio Comunale di voler “sperimentare e promuovere i progetti di coabitazione solidale, o “co-housing”. I motivi furono spiegati in una nota: “Il Trentino è un territorio in cui tradizione e innovazione si mescolano costantemente”. Ma anche altre città italiane come Bolzano si stanno impegnando in questo progetto, ed in altre regioni come Lombardia, Emilia Romagna, ed in futuro anche Calabria e Sicilia, sono previste nuove formazioni di comunità dove si potrà dare aiuto a persone anche con difficoltà economiche ed esigenze legate a tutte le età.
Insomma un modo diverso utile per affrontare al meglio le difficoltà della vita senza sentirsi soli.