Benessere

Risolvere il problema della calvizie: una nuova scoperta tutta italiana

La calvizie o alopecia androgenetica è una problematica che affligge un’ampia fetta di popolazione, soprattutto maschile, e che se compare in giovane età può causare non indifferenti disagi psicologici di accettazione di se stessi e del proprio aspetto fisico. Così spesso ci si ritrova a ricorrere a soluzioni farmacologiche dai noti effetti collaterali (tipica la disfunzione erettile).

Per fortuna la ricerca ci viene incontro con la nuova scoperta dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) Irccs di Roma, i cui risultati sono stati pubblicati su Dermatologic Surgery (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30045107) , una nota rivista scientifica americana.

Si tratta di una terapia di medicina rigenerativa, che propone l’utilizzo di “principi attivi” direttamente derivanti dal nostro sangue, per agire sul problema calvizie e risolverlo senza far ricorso alla chirurgia o ai classici trattamenti farmacologici ricchi di effetti collaterali.

La rigenerazione cellulare, l’irrobustimento dei bulbi piliferi, si otterrebbe attraverso l’infiltrazione di un emoderivato del paziente stesso. iL-PRF è il nome del plasma ricco di piastrine, globuli bianchi e fibrina, ottenuto attraverso un emoconcentratore, che viene iniettato nel cuoio capelluto dei pazienti.

I fattori di crescita derivati ​​da piastrine (PDGF) sono specificamente coinvolti in un’ampia gamma di funzioni rigenerative che comprendono la proliferazione, il reclutamento e la migrazione delle cellule staminali, la modulazione delle risposte infiammatorie locali e la stimolazione della nuova formazione dei vasi sanguigni. Queste caratteristiche, oltre all’inclusione di leucociti più concentrati, potrebbero influenzare positivamente il ciclo di crescita dei capelli.

La ricerca, condotta su 168 pazienti, uomini e donne, ha prodotto ottimi risultati nell’80% dei casi. Questi ultimi sono stati seguiti per tre anni di trattamento e confrontati con un gruppo di controllo che non seguiva la medesima terapia. I soggetti del gruppo non in trattamento peggioravano.

I campi di applicazione di questo nuovo approccio non si limitano semplicemente alla risoluzione di una problematica genetica. Si pensa a possibili applicazioni su pazienti che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia. Questi potrebbero trovare nella medicina rigenerativa un’ottima soluzione, priva di effetti collaterali, se non un po’ di bruciore e gonfiore nelle 48-72 ore successive al trattamento, che si risolvono spontaneamente.

Il trattamento in Italia è disponibile presso l’Idi di Roma dopo visita dermatologica.

Riguardo l'Autore

Articoli

Farmacista e Nutrizionista, penna di salute e benessere per 97100. La dott.ssa Roberta si dedica al suo lavoro promuovendo modelli di prevenzione della salute umana sulla base delle più aggiornate scoperte scientifiche, somministrandole in una rubrica ricca di spunti e curiosità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *