Arte & CulturaIn Evidenza

Il carrubo diventa oggetto-souvenir di design. Carruba, di Giuseppe Arezzi

Cos’è un souvenir? Un ricordo…un simbolo…un pensiero…un viaggio…un luogo? Il souvenir è tutto questo.

Figlio della cultura del turismo di massa che nel tempo l’ha reso impersonale e standardizzato per rispondere alle richieste di un mercato sempre più famelico di cliché, perdendo la sua identità.

Identità perduta in ogni luogo, così come in Sicilia ricordata e raccontata con immagini barocche, voluttuose, con i suoi carretti carichi di colori e le sue ceramiche di Caltagirone, in un mix tra folklore e luoghi comuni senza sentimenti.

Carruba di Giuseppe Arezzi ritrova quel sentimento e identità della Sicilia Sud-Orientale. Nata dal progetto It’s Great Design, promosso dalla curatrice ed editrice di design Margherita Ratti, che si interessa alla visione e personalità di designers emergenti originari di territori affacciati sul mediterraneo. La sfida di It’s Great Design è la realizzazione di una collezione di oggetti-souvenir, ritornando al concetto di souvenir nella sua accezione più intima ed emozionale di oggetto che racconta una storia, un’identità, un popolo.

È proprio nel frutto della carruba che il designer Giuseppe Arezzi, originario di Ragusa, riconosce il simbolo del paesaggio siculo rurale dei Monti Iblei. Un’immagine quella dell’albero di carrubo tipica e ricorrente in questi territori, dal profumo intenso e dai colori della terra. La stessa carruba che artisti come Sarnari, Guccione, Polizzi, Candiano hanno utilizzato come testimonianza sulle loro tele di una terra agreste, la loro terra. Con Arezzi Carruba diventa veicolo di memorie passate e del tempo odierno, un talismano che viene in aiuto al singolo e alla popolazione locale e fuori dall’isola nel riattivare emozioni e sensazioni.

Ho lavorato alla ricerca di questo progetto per circa un anno e mezzo con l’obbiettivo di identificare un simbolo che potesse rappresentare al meglio il territorio Ibleo” ci spiega Giuseppe. “Roma ha il Colosseo, così come Parigi ha la Tour Eiffel, ma nessuna città Siciliana ha il proprio simbolo o il proprio talismano. Qui, da sempre, il souvenir per eccellenza è la testa di moro in ceramica di Caltagirone. Allora mi sono chiesto cos’è che rappresenta davvero la mia terra?

Un giorno mi sono ritrovato a perdermi tra le infinite strade che attraversano la campagna; più le percorrevo e più mi rendevo conto che Ragusa è figlia della terra e non del mare; e poi tutt’intorno ho visto alberi di carrubo. La carruba è ovunque e non lo sa nessuno; e nessuno sa che per Ragusa è uno dei prodotti più importanti per la propria economia.”

Carruba diventa materia immobile, ma mantiene la sua natura di frutto povero e scabro facendosi di alluminio. Nel materiale souvenir, nell’anima aide-mémorie (aiuto alla memoria) che lo riconnette fortemente alla sua terra. Realizzata in varie dimensioni e disponibile nel territorio ibleo, “ogni Carruba è fatta a mano in Sicilia attraverso la tecnica dello stampo
in sabbia, un processo sostenibile che rende l’oggetto-souvenir unico e al contempo riproducibile all’infinito. Carruba vuole dare vigore ad un territorio marginale ma ricco di tradizioni e know-how”.

Un progetto quello di Arezzi che oltre ad arricchire il suo portfolio, diventa operazione culturale che mira ad attivare dinamiche economiche locali alle quali è rivolto l’oggetto-souvenir. Col patrocinio del Comune di Ragusa Carruba si appresta a divenire frutto non solo di un talento e orgoglio tutto ragusano, ma di una collezione di respiro internazionale.

foto di Giuliano Giunta